Lo sguardo smaliziato dietro lenti spesse
di giorno piegato sopra un tornio, sognava
di esibirsi sui palchi di balere e cabaret,
di esportare il dialetto in giro per il mondo
Dino Sarti, artista talentuoso a tutto tondo.

Da una Bologna gaudente di notti senza fine
ai lunghi viaggi per tournée fuori confine,
per cantare alla corte dell’Imperatrice Farah
o intonare “A vâgh a Neviork” in versione
dialettale per gli italiani della Quinta Strada.

Dall’ispirazione artistica di Aznavour e Brèl
all’approccio con Luisa del Tango imbezéll,
esplose così la sua popolarità e le ovazioni
nell’intonare le strofe di “Piazza Maggiore
14 agosto, neanche a pagarlo c’era più posto…

Dino non canta più per noi, riposano le illusioni
come svanite dell’amata Angelika le effusioni,
restano di lui i ricordi dell’artista che cantava
il bolognese in giro per il mondo tutti i giorni,
e la gratitudine di chi gli sussurra “Quando torni?

Sante Serra – 17/03/2021
Dedicata a Dino Sarti e a tutti i suoi Amici

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