Dino Sarti nasce a Bologna il 20 novembre del 1926. È stato cantante, giornalista, cabarettista, attore cinematografico, autore di testi di canzoni e chansonnier bolognese.

Dino Sarti adolescente
Un giovanissimo Dino Sarti (1958)

È considerato uno dei principali cantori del capoluogo emiliano. I suoi concerti del 14 agosto in Piazza Maggiore, organizzati dall’allora Sindaco Renato Zangheri a metà degli Anni Settanta, divennero un appuntamento fisso e una tradizione per i bolognesi.

È stato anche interprete di cover, in dialetto bolognese, di noti brani stranieri, specialmente della scuola francese, come nel caso della canzone Nathalie di Gilbert Bécaud; Non, je n’ai rien oublié di Charles Aznavour diventata poi “No, an me c’curdarò mai”, Tu t’laisses aller tradotta in “T’at làss andér” e Dites si c’était vrai di Jacques Brel tradotta in “Dim se l’é veira”, Jef tradotta in “Vein amigh, vein”, Amsterdam tradotta in “In dal port d’Amsterdam” e Les vieux tradotta in “I vic”. Apprezzata anche la sua cover parodistica di New York, New York di Liza Minnelli tradotta in “A vagh a Neviork”.

Sarti è ricordato anche per alcune partecipazioni cinematografiche. In particolare: Fontamara, diretto da Carlo Lizzani, Vai alla grande, diretto da Salvatore Samperi e Dichiarazioni d’amore, per la regia di Pupi Avati.

Dotato di una particolare vis umoristica che trasferiva con facilità nelle sue performance sui palcoscenici del cabaret (molte delle quali prodotte anche per la televisione e la radio), è stato un musicista preparato, forte di una lunga gavetta; usava comporre i testi delle sue canzoni, che venivano poi musicate da Corrado Castellari, suo collaboratore storico.

La sua carriera ebbe inizio a metà degli anni cinquanta. Come dilettante (all’epoca lavorava come operaio tornitore) si esibiva nelle balere cittadine e alle feste dell’Unità. Una scrittura in un locale di San Lazzaro di Savena lo convinse, forte di un repertorio costituito prevalentemente da canzoni francesi e americane, a partecipare ad un concorso radiofonico per voci nuove.

Nel 1958, dopo aver partecipato alla prima edizione del Festival di Castrocaro, Sarti incise il suo primo disco grazie all’interessamento del maestro Pino Calvi, conosciuto l’anno prima. Si trattava di un 45 giri che conteneva sul lato A il brano Bernardine e sul lato B la canzone Giorgio del Lago Maggiore, destinata ad ottenere un insperato successo.

Sergio Migliardi, Gianni Guion, Paolo Ricci, Dino Sarti, Erminio Saviola
Da sinistra a destra: Sergio Migliardi, Gianni Guion, Paolo Ricci, Dino Sarti, Erminio Saviola (1963)

La bocciatura ad un provino per la RAI fa cadere Sarti nello sconforto, uno sconforto che viene presto superato da un ingaggio per la stazione svizzera Radio Monte Ceneri. La RAI ritorna sui suoi passi e scrittura l’artista bolognese per un programma condotto da Mike Bongiorno.

Appassionato di jazz e cantante dialettale, si avvicina, contemporaneamente alla scoperta del repertorio di Jacques Brel, Charles Aznavour e Gilbert Bécaud, alla canzone francese.
Non a caso, il suo primo album Bologna invece! (1972), venduto in oltre centomila copie, conterrà oltre a brani propri e a classici del repertorio popolare bolognese anche versioni in dialetto di Jef (Vein amigh, vein) di Jacques Brel (di cui adatterà anche Dites, si c’était vrai e Amsterdam), e Nathalie, di Bécaud.

Nel 1972 scrive Malgrado ciò ti voglio bene per Donatella Moretti e collabora anche con Fred Bongusto, per cui scrive il testo di Non è un capriccio d’agosto.

È dell’anno successivo (1973) il secondo LP 2, Bologna invece! Nel frattempo avviene il debutto nel cabaret nel santuario del Derby a Milano, città in cui Sarti lavorerà poi a lungo.

Nel 1974 viene pubblicato l’album 3, Bologna invece!  che contiene i brani Piazza Maggiore 14 agosto e Viale Ceccarini Riccione, ottenendo recensioni straordinarie, uscito dopo la prima esibizione in Piazza Maggiore. Dal 1974 al 1987, infatti, Sarti tenne un concerto in Piazza Maggiore ogni 14 di agosto, con un grande successo (30.000 persone il primo anno, 60.000 l’anno seguente).

Partito come il cantante degli operai e diventato negli anni il simbolo degli anni d’oro della Bologna anni ’70, morì (in seguito ad una grave malattia) l’11 febbraio del 2007. La sua ultima apparizione risale ad agosto 2006 proprio alla Fiera di San Lazzaro.

È sepolto nel Cimitero di Monte San Giovanni (Monte San Pietro, nell’Appennino bolognese) dove riposa anche la moglie Angelika, morta nel 2002 all’età di 52 anni.

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