Il tango è imbecille


Titolo: Il tango è imbecille?
Autore: Dino Sarti
Editore: De Vecchi Editore
Edizione: 1975
Pagine: 175
Lingua: italiano

Che cos’è il raccontare? Crede urgente, necessario, far sapere agli altri tutto quello che ci è successo e ci succede. anche da questo punto di vista, Dino è il vero cantastorie. Quando dice: Via Zamboni, oppure: Via Indipendenza, o che sua madre si chiamava Fausta, e che il suo grembiulino infantile era di “satéin” lucido, quasi avrebbe bisogno lui pure d’un balcone per informarne le folle. Se uno gli obbiettasse: “Giovanotto, non è poi così straordinario che tu a sei anni mangiavi avidamente il cioccolato. Capita a tutti.” sono certo che ti guarderebbe sbalordito. “A tutti? Sarà. Ma a me è accaduto davvero.”In questa fede nella propria irripetibilità consiste la presunzione molto umana del nostro “ragazzo” emiliano, che aveva (egli stesso ce lo assicura) e probabilmente ha ancora, gli occhi “color coglione”, cioè di un colore che hanno solo i poeti

– CESARE ZAVATTINI

Vengo dal night


Titolo: Vengo dal night
Autore: Dino Sarti
Editore: Rizzoli Editore
Edizione: 1981
Pagine: 258
Lingua: italiano

Cantautore di grande successo, artista della canzone uscito da una lunga gavetta, coltivatore appassionato del dialetto bolognese, Dino Sarti è uno dei personaggi più pittoreschi e singolari del mondo della musica leggera. Tanto pittoresco e singolare che le sue esperienze e la sua vita vanno naturalmente a confluire in questa autobiografia. Sarti si fa le ossa a Bologna, si educa ascoltando Montand, la Piaf, Trenet e Sinatra. Fa la conoscenza dei grandi della musica leggera americana, da Berlin a Schwartz, da Bernstein a Porter, da Garner a Van Heusen. Ma il suo vero ispiratore è il poeta belga Jacques Brel. Canta per lo Scià e per i biassanot, in 24 ore sbriga la guerra dei “6 giorni” a Beirut e, neanche a farlo apposta, è coinvolto nel blitz di Gheddafi a Tripoli nel ’69. E nel ’74, in Piazza Maggiore a Bologna, avviene l’incredibile.

“Mi piacciono le canzoni di Dino Sarti: hanno il sapore del pane all’olio, rispecchiano il cuore della mia gente”

– ENZO BIAGI

No smochin plis, o si è bolognesi o si sa l'inglese


Titolo: No smochin plis, o si è bolognesi o si sa l’inglese
Autore: Dino Sarti
Editore: Cappelli Editore
Edizione: 1987
Pagine: 142
Lingua: italiano

Viaggiare. Avere la macchina fotografica a tracolla ed essere in compagnia degli amici giusti. Allora sì che il mondo lo si vede sul serio. Certo, i problemi non mancano: tutti dicevamo di conoscerlo, l’inglese, ma era un innocente bluff per non sentirci esclusi. Sono dell’idea che sia il nostro dialetto a precluderci alle lingue straniere, è troppo esuberante e spiritoso. Senza, non ridiamo più. Conviene? Ci eravamo organizzati con la comitiva, che è un’ottima istituzione, perché se non capisco io ci sei tu a darmi una mano. Dopo questa esperienza ho la lealtà di dirvi che: o si è bolognesi o si sa l’inglese.

– DINO SARTI

Quanto zucchero?


Titolo: Quanto zucchero?
Autore: Dino Sarti
Editore: Mundici & Zanetti
Edizione: 1991
Pagine: 232
Lingua: italiano

«Perché non vieni a prendere un caffè da noi, così facciamo quattro chiacchiere?» Quante volte abbiamo rivolto questo invito a un amico e quante volte siamo stati fatti oggetto di questa cortesia, una delle poche che ancora sopravvivono in questi tempi inurbani e frenetici… Già, perché riunirsi nell’intimità di un salotto attorno a un tavolino e con una tazzina di caffè fumante in mano è come un invito a confessarsi, a parlare di sé, degli altri, del mondo, del proprio modo di considerare le cose. E questa disponibilità, altrimenti difficile, questa tensione alla confidenza (da afferrare subito, prima che scappi via) può essere, in qualche modo, ancor più agevolata dalla giusta dolcezza del caffè, bisogno di cui il solerte e cortese anfitrione si prende cura con la sollecita domanda «Quanto zucchezo?».

Quattro chiacchiere a tu per tu con Pupi Avati, Enzo Biagi, Paolo Conte, Henghel Gualdi, Tonino Guerra, Luciano Pavarotti, Bepi Savioli, Vittorio Sgarbi.

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