Diversi scrittori si sono interessati alla figura di Dino Sarti. C’è chi si è concentrato sulla sua attività di giornalista, chi su quella di cabarettista, chi ci è arrivato parlando del panorama musicale degli anni ’60 e chi, ancora, partendo dai luoghi e dagli artisti bolognesi di quegli anni. Una cosa è certa: Dino Sarti è stato un artista a 360° che, tra le tante cose, ha contribuito a portare avanti la bolognesità in un modo del tutto inedito.

Nel loro libro Bologna ride, gli autori Lorenzo Arabia ed Eraldo Turra mettono in risalto le qualità di Sarti come attore comico, evidenziando come le canzoni francesi tradotte in dialetto bolognese, per le quali Sarti è notoriamente conosciuto, avessero un fascino particolare e come tali canzoni, unite alle storie sui personaggi bolognesi, avessero fatto di Dino Sarti un grande cabarettista. Molto interessante anche l’intervista al M° Sergio Parisini, suo compagno di vita artistica e testimone di 35 anni di carriera.

Una carrellata molto dettagliata sulla musica e sui musicisti degli anni ’60 è anche quella fatta da Lucio Mazzi e Moreno Spirogi Lambertini nel loro Per quelli come noi, dove molto preciso è il capitolo dedicato a Dino.

Uno sguardo ancora più vicino, quasi palpabile, è quello di Melody Castellari in Vita d’Artista. Cantante, figlia di Corrado Castellari, quel Castellari cantante e musicista, autore di tutti i testi di Sarti, pubblica questo compendio di appunti del padre, raccolti durante la sua grande attività artistica. Da questi appunti si evince come l’incontro con Dino Sarti abbia avuto un forte impatto sulla sua attività produttiva.

Ma Dino Sarti è anche sinonimo di BOLOGNA e proprio di Bologna parlano Adriano Bacchi Lazzari e Giuliano Musi nella loro Bologna Canta. Qui riviviamo la Bologna dei cantanti, dei musicisti, dei teatri, dei luoghi di ritrovo degli artisti di quegli anni e si parla di un talentuoso Dino Sarti che si era fatto notare non soltanto per le sue doti canore ma anche per la sua proficua attività di giornalista pubblicista.

Testimone delle serate da tutto esaurito di Dino Sarti e Arrigo Lucchini è invece Gianfranco Civolani, il Civ, che nel suo libro Giganti e Nani racconta i suoi trascorsi come Direttore del Teatro La Ribalta, dove i due artisti si sono esibiti tante volte riscuotendo numerosi consensi. Suo unico rammarico, come lui stesso dichiara, è quello di non averlo più frequentato negli ultimi anni di vita.

Il battesimo il Dino Sarti come cabarettista, tuttavia, è stato al Derby di Milano, non a caso definito “il Tempio del Cabaret”. Ne parlano Giulio D’Antona nel suo Milano. Storia comica di una città tragica, dove riporta le note di tutti gli ospiti di quegli anni, Dino Sarti a partire dal 1973 in poi, e Margherita Boretti e Angela Bongiovanni nel loro Il Derby Club Cabaret.

Dino Sarti è questo e molto altro.

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